ciao...cercando su internet ho trovato un o di cose...ahuahauahu!!! nn credevo ke esistesse la cura dei piselli...ma era su un sito di veterinaria quindi...!!! bhe...te le posto tutte qui!!!
allora...qst e quello ke o trovato riguardo il fatto ke il pesce nuota a pancia all'insù:
Galleggiamento rovesciato o instabilità
I Carassius sono animali molto delicati perché la selezione per ottenere specie dalle forme più strane, ha fatto sì che gli organi interni siano molto compressi. Questo significa che un'alimentazione eccessiva o errata, può ripercuotesi sulla loro capacità di utilizzare la vescica natatoria, che è una piccola sacca situata sopra all'intestino, e che, proprio come una piccola camera d'aria, può riempirsi e svuotarsi garantendo al pesce stabilità anche quando non nuota. Nel Carassius, dato che ogni organo è stipato nel corpo, basta un eccesso di cibo per rendere impossibile il gonfiamento della vescica natatoria. In questo caso, dopo un giorno di digiuno, il pesce dovrebbe tornare a nuotare normalmente. Se il problema persiste, provate a dare ai vostri amici per una settimana larve di zanzara o mangime che scende subito verso il fondo; il Carassius spesso è un festoso mangione, e affannandosi in superficie per ingozzarsi, oltre al cibo può inghiottire dell'aria, che, ovviamente, necessita qualche tempo per venire eliminata dall'intestino.
Il galleggiamento anomalo, con il tempo, può causare una serie molto lunga di patologie fra le quali la prostrazione fisica, eventuali malformazioni alla spina dorsale fino ad arrivare alla morte per inedia. Una patologia molto grave e che, da una nostra ricerca, è risultata strettamente legata ai problemi di galleggiamento, è la (aimè) famosa Idropisia, una malattia di cui, ancora oggi, non si conosce con certezza la causa ma che porta inevitabilmente alla morte e che si manifesta con il rigonfiamento graduale del pesce fino ad arrivare al sollevamento delle squame e talvolta anche all'estroflessione dei bulbi oculari. Abbiamo sperimentato una "cura" prendendo ispirazione da un'idea dell'acquariofilo sudamericano Centaurii, ampliandola, sopratutto nella preparazione, al fine di renderla di semplice utilizzo da parte degli appassionati. Questa ricetta è utile in caso di manifestazione della malattia, ma il suo utilizzo è assolutamente consigliabile in forma preventiva, in particolare per tutti quei Carassius che hanno forma estrema o che hanno mostrato problemi nell'assetto del nuoto.
questo invece per quanto riguarda le pinne:
Pinne sfilacciate o corrose
Cominciamo col dire che questo è normalmente manifestazione di un infezione batterica, che può essere causato da vari fattori. L'animale non è realmente in pericolo finché la corrosione non arriva al corpo, ma certamente è indice che qualcosa non va nell'ambiente. Vi consiglio di testare la conduttività, come prima cosa, perché anche se è vero che il Carassius non ha problemi con l'acqua dura, è vero altresì che tutto dipende da dove l'animale proviene e in quale acqua è stato allevato. I pesci di importazione orientale (normalmente hanno prezzi piuttosto alti) amano una conduttività media, per intenderci meglio usare 1/2 di acqua di osmosi inversa e 1/2 di acqua di fonte dura... L'acqua di rubinetto, per quanto possibile, andrebbe evitata, può contenere una serie di elementi debilitanti, a parte il cloro che è il più evidente. Se la conduttività supera i 1000 microsiemens, allora dovete tagliarla con osmosi. In linea di massima una conduttività di 700-900 è ben tollerata. Un'altra causa è la presenza di materiale in decomposizione o di un'eccessiva presenza batterica (anche benigna) sul fondo. I Carassius hanno generalmente pinne lunghe; quando dormoni i pesci restano appoggiati sul fondo, e spesso, se il ghiaino non è pulito e sifonato perfettamente, micosi e batteri possono attecchire senza problemi alle pinne. Perciò, anche se gli No3 sono zero, voi sifonate sistematicamente il fondo almeno ogni 2 settimane, insistendo maggiormente nel punto dove li vedete andare a dormire (sono normalmente abitudinari e si scelgono un angolino preferito per il sonno).
per le pinne non ho trovato soluzione...per il nuoto invece si...ahuhauhua!! la cura dei piselli!!!XD!!! dicono ke funzioni...te la metto qui sotto!!:
Cura dei piselli
indicata in caso di nuoto irregolare o insabilità del pesce, in caso di gonfiore anomalo oppure al manifestarsi dei primi sintomi dell'idropisia (ventre gonfio e squame rialzate).
Lista della spesa:
una scatola di piselli fini
una confezione di chironomus congelato
vitamine liquide (meglio quelle utilizzabili direttamente nell'acqua dell'acquario e non quelle da aggiungere al cibo, talvolta il loro odore non piace ai pesci)
una confezione di aglio in polvere (si trova al supermercato, nello stesso scaffale delle spezie, accertarsi che il barattolo contenga solo ed esclusivamente aglio e che sia in polvere, non in scaglie o a pezzetti)
Somministrazione:
Per prima cosa, portare la temperatura dell'acqua dell'acquario a minimo 25°C. o alzatela di un grado in confronto alla normale temperatura.
Poi somministrare le vitamine liquide seguendo le istruzioni specificate sulla confezione.
Aprire quindi la scatola di piselli fini e cuocerli per una decina di minuti in un pentolino con il liquido che c'è dentro la scatola (che dovrebbe essere composto solo da acqua, zucchero e sale). Una volta pronto, far raffreddare i piselli in modo che restino tiepidi (provare ad assaggiarne uno per vedere che non scotti) poi sciacquarli bene e scolarli (per fare prima si possono sciacquare, subito tolti dal fuoco, in acqua fredda o tiepida).
Darli da mangiare al pesce malato e anche agli altri (i piselli piacciono in modo incredibile a tutti i pesci, lo mangiano addirittura i discus, e la loro schizzinoseria è risaputa!) prendendo un pisello per volta, togliendo la buccia (quando sono cotti viene via molto bene) e schiacciandolo un po'. Se si possiede un robot da cucina o un aggeggio tipo mini pimmer (o pinner, boh, insomma, quei cosi con le lame in fondo con cui si possono fare le passate di verdura anche in piccole dosi) allora è possibile preparare una dose unica da tenere in frigo e somministrare di tanto in tanto, come cura preventiva. Se si usa questo metodo (che effettivamente, per esperienza è il migliore, perché si macinano anche le bucce che contengono fibre) bisogna "frullare" i piselli sempre senz'acqua di cottura dopo averli sciacquati e scolati, e poi, con un cucchiaino, prelevare un po' di "purea", metterla nell'acqua senza farla cadere tenendo il cucchiaio "in pari" e provare ad avvicinarla ad i pesci... Dopo un primo assaggio, faranno a botte per mangiarla :))) Comunque, anche se ne cadesse sul fondo, non bisogna preoccuparsi, la mangeranno tutta fino all'ultima briciola... Alla peggio, dopo una mezz'oretta, toglierla con il sifone o con un tubo sottile.
Siccome è necessario dare i piselli per diversi giorni prima di una "guarigione", è importante organizzarsi con le larve di zanzara (chironomus) congelate che si acquistano nei negozi d'acquariofilia; questo perché per qualche giorno il pesce non dovrà mangiare alcun cibo secco, che nell'intestino si gonfia e, quindi, può creare dei blocchi intestinali; sarà perciò necessario nutrire i pesci in questo modo:
Alla mattina chironomus e alla sera solo piselli.
Continuare questa dieta per due o tre giorni.
In caso si notasse un rapido deperimento degli animali, oppure i sintomi non scomparissero entro il terzo giorno, somministrare per un giorno solo chironomus alla mattina e anche alla sera, e poi riprendere il giorno seguente con il trattamento, somministrando nuovamente le vitamine e effettuando i test di No2 e No3 (i primi devono essere zero, i secondi inferiori a 10 ppm (milligrammi per litro).
N.B.: in caso di inappetenza del pesce, qualche ora prima della somministrazione dei piselli, preparare un composto a base di aglio in polvere (acquistabile presso qualsiasi supermercato) prelevando un bicchiere d'acqua dell'acquario e sciogliendovi una quantità variabile di aglio in polvere calcolando un cucchiaio da minestra easo ogni 100 litri e versando poi il composto (ben disciolto) nel flusso di uscita della pompa.
Ichthyo, vescichette, vermi esterni ed altre schifezzuole manifeste sono tutte causate da qualcosa che non va nell'ambiente. Inquinamento, temperature al di sotto dei 16°(o comunque nettamente inferiori alle temperature alle quali sono abituati) acqua troppo dura o troppo tenera e spazio ristretto, sono le cause del 99% delle malattie visibili del Carassius. Come tutti i pesci, il Carassius è un animale fondamentalmente "sano come un pesce"; il muco che lo ricopre quando è in buona salute, lo difende dalla maggior parte delle malattie (che sono moltissime e sempre presenti in acquario). Così come i nostri anticorpi ci proteggono dai bacilli e dai virus, così nel pesce, se allevato in ottime condizioni, sarà il proprio organismo a reagire da solo per difendersi dalla malattia. L'ichthyophthiriasi, in particolare, è una malattia tipica dello stress, perciò può comparire se l'animale è stato trasportato per un lungo viaggio o se ha subito uno choc di qualche genere. Si possono usare medicine (attenzione ad evitare i cocktail di medicinali) ma bisogna accertarsi di rimuovere prima le cause che hanno generato la malattia, altrimenti, finito il periodo di cura, l'animale si ammalerà di nuovo.