Dopo aver preso in esame rapidamente alcuni dei numerosi Orifiamma che si trovano in commercio (molti negozi specializzati hanno un reparto interamente dedicato a loro), bisogna considerare la vasca che li deve ospitare. Tenuto conto delle dimensioni ragguardevoli che le varietà eteromorfe possono raggiungere (primi fra tutti gli Oranda che, pinne escluse, arrivano facilmente a 15 cm e oltre), è buona norma optare per acquari di capacità effettiva non inferiore a 70-80 l. Utilizzando un calcolo empirico, criticabile, ma non privo di utilità, potremmo affermare che ad ogni centimetro di pesce (pinne escluse), dovremo riservare circa 3 l di acqua.
Ecco, per esempio, che in una vasca dalla capacità effettiva di 100 l possono vivere senza problemi due o tre maestosi Orifiamma adulti (il numero dipende dalla taglia massima propria della razza che si sceglie), oppure un gruppetto di cinque o sei vivaci giovani (facili da trovare sul mercato). Un acquario più capiente (200-300 l) è, in linea di massima, più semplice da gestire ed offre maggiore spazio per riunire un folto e scenografico gruppo di questi Ciprinidi che tanto amano la compagnia dei conspecifici.
Parlando di spazi, va ricordato che molti acquariofili esperti conducono egregiamente anche vasche più "affollate", dove i Pesci rossi vivono in perfette condizioni di salute: questa rimane comunque una scelta puramente soggettiva, che rimanda alla sempre accesa discussione sul "vivere" e il "sopravvivere".
E' un vero piacere osservarli dall'alto
Per la collocazione dell'acquario consigliamo vivamente l'angolo più fresco della casa: le razze eteromorfe andrebbero infatti allevate ad una temperatura di 19-22° C. In inverno è semplice garantire queste condizioni climatiche, e regoleremo il termoriscaldatore per intervenire solo nel caso in cui l'acqua dovesse scendere al di sotto dei 19° C. In estate ,invece, l'acqua può raggiungere temperature proibitive e quindi "impoverirsi" pericolosamente di ossigeno. Purtroppo gli Orifiamma, bisognosi di un livello di ossigeno sempre prossimo alla saturazione, sopportano a fatica questi "picchi termici" (es.: 30-32°C), uscendone sensibilmente provati. Per rimediare alla situazione, possiamo attivare un potente aeratore, creare forte turbolenza superficiale, liberare la vasca dalle coperture superiori e dai gruppi d'accensione delle lampade, raffreddandola allo stesso tempo con dei ventilatori: riuscire a contenere la temperatura estiva entro 25-26° C è già un ottimo risultato. Ci sono poi degli acquariofìli, proprietari di pregiatissimi e costosi esemplari di Oranda, che per evitare queste emergenze, sono ricorsi ad un pratico "climatizzatore" per acquari, grazie al quale impostano la temperatura dell'acqua in modo che questa rimanga inalterata a prescindere dalle condizioni climatiche esterne e dall'ubicazione della vasca.
Per quanto riguarda il filtraggio, confermiamo innanzitutto che i diffusissimi acquari con vano filtro incorporato sono ideali per gli Orifiamma, a patto che il vano stesso abbia un volume pari o superiore al 15% di quello della vasca. Il filtro meccanico-batterico (o biologico) deve avere una resa oraria decisamente sovradimensionata (es.: 300 l/h per un acquario da 120 l), capace di garantire una buona ossigenazione favorendo gli scambi gassosi in superficie. Tuttavia, se si allevano razze molto lente nel nuoto, bisogna evitare che in vasca si crei una turbolenza troppo stressante.
Consigliamo, inoltre, di alloggiare all'intemo dell'acquario un "filtro rapido" (con semplice funzione meccanica) a supporto del principale, accessorio utile soprattutto in contesti troppo popolosi.
Per il fondo si può scegliere un ghiaietto policromo del diametro di 3-5 mm e dai granuli ben arrotondati, che i carassi possono rovistare alla ricerca di cibo con la consueta ed innata caparbietà, senza rischiare di ferirsi. L'acqua di rubinetto, opportunamente trattata con un biocondizionatore, va benissimo per i nostri ospiti, poco esigenti da questo punto di vista. Per eliminare le copiose sostanze di rifiuto che i pesci rossi (anche nelle loro varietà più "nobili"!) producono, è buona norma compiere frequenti cambi parziali (es.: 30% ogni 1-2 settimane), provvedendo anche ad aspirare i residui organici dal materiale di fondo.
L'arredamento non deve prevedere oggetti taglienti o che presentino asperità (es.: rocce laviche), pericolosi per il corpo di tutte le varietà, ma soprattutto per i delicati globi oculari dei Telescopio, degli Occhi a bolla, dei Celestiali, e per le escrescenze molli degli Oranda e dei Testa di leone. Particolarmente indicati sono i legni esotici ("Manila", "Mopani", ecc.), le radici di torbiera (che però colorano molto l'acqua), le rocce ben levigate, le sempre più rifinite piante di plastica e, per chi ne gradisce la presenza, le decorazioni artificiali.
Non assecondarne l'inesauribile ingordigia
Le piante vere diventano facile preda dei voraci Ciprinidi che ne mangiano volentieri le foglie più tenere. Tra le poche coriacee specie consigliabili ricordiamo: Anubias, Vallisneria, Nuphar, Crinum e Potamogeton. Alimentare i nostri onnivori beniamini è un vero piacere, anche grazie alla vastissima gamma di mangimi secchi "specifici" presenti in commercio (in fiocchi, granuli e pellets). Integrando la dieta con cibi liofilizzati (es.: artemie), surgelati (es.: chironomi, dafnie ecc.) e della verdura cotta a pressione, avremo dei pesci sani che allieteranno le nostre giornate per molto tempo (raggiungono e superano spesso l'età di 15 anni).
Veri "schiavi" dell'ingordigia (attenzione quindi a non commettere il grave errore di sovralimentarli), questi pesci dai modi goffi ed amabili si lasciano addomesticare con estrema facilità, imparando subito a prendere il cibo dalle mani dell'acquariofilo con inaspettata audacia. Non stupisce il fatto che molti appassionati preferiscano allevare gli Orifiamma in vasche aperte, nelle quali è ancora più divertente nutrire ed osservare dall'alto i propri pesci rossi, secondo l'antica tradizione orientale.